Un secolo di vita, ricco di esperienze e racconti che si intrecciano indissolubilmente con la storia della città di Porto Torres. 26 marzo 1925 nasce in via Libio il signor Ottavio Ortu, un uomo allegro e vivace pronto a condividere i momenti più significativi di un’esistenza fatta di lavoro e sacrifici per mantenere la sua numerosissima famiglia: 9 figli, di cui 8 in vita, avuti con la moglie Domenica scomparsa nell‘86. «Ho costruito tutto con lei – sottolinea – quando ci siamo sposati non avevamo nulla».
Il neocentenario turritano, ieri pomeriggio, ha soffiato soddisfatto sulle sue 100 candeline, festeggiato da amici e familiari, compresi i suoi numerosi nipoti e pronipoti. Un affetto che il signor Ortu ha ricevuto da chiunque abbia incontrato nel suo percorso di vita. Anche il sindaco Massimo Mulas ha voluto festeggiare con lui, raggiungendolo nella casa dove abita insieme a due dei suoi figli per portargli gli auguri di tutta l’amministrazione comunale e dell’intera comunità. «E’ sempre una grande gioia poter condividere un traguardo straordinario con un nostro caro concittadino e buon padre di famiglia. Le persone come il signor Ottavio sono i testimoni dei grandi cambiamenti della società e i custodi della nostra storia. Dobbiamo sempre ascoltarle perché con la loro esperienza e saggezza hanno sempre qualcosa da insegnare a tutti noi»
Abile nei lavori di campagna, ha trascorso anni di duro lavoro nei campi prima di impiegarsi nei cantieri stradali, quando ancora si scavava con piccone e pala. Poi, dai 30 anni fino alla pensione il lavoro nel porto e il signor Ortu, oggi, è una memoria storica dello scalo turritano. Tra i suoi ricordi più vividi quelli dell’infanzia, del padre lontano per la guerra, del periodo come servo pastore a soli sette anni. Ma anche tutti i bei momenti passati con la famiglia a Porto Torres dove ha sempre vissuto. Costantemente di buon umore il signor Ortu trascorre le sue giornate chiacchierando e giocando a carte con una passione speciale per la Scopa. «Non so leggere e scrivere – sorride - ma i numeri li conosco»