I Comuni come Porto Torres che hanno aderito alla rete dello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, non avranno ulteriori forme di accoglienza non concertate. Lo stabilisce il Decreto approvato in sede di Conferenza unificata il 3 agosto. È quanto emerso durante l’incontro pubblico che si è svolto giovedì nella sala Filippo Canu.
La riunione, aperta a tutti i cittadini, era stata promossa dall’amministrazione comunale, assieme ai responsabili regionali dello Sprar per illustrare gli aspetti del progetto di seconda accoglienza che consente di controllare il fenomeno dell’immigrazione. “Questa clausola di salvaguardia è stata chiesta e ottenuta dall’Anci al Governo. La clausola esclude che nei Comuni aderenti allo Sprar – spiega il Sindaco Sean Wheeler – vengano attivate altre forme di accoglienza non concertata sui territori. Porto Torres fa parte della rete e questo decreto, unito al progetto, ci permetterà di eseguire un controllo sull’immigrazione, al contrario di quanto accade ora con la prima accoglienza, dove non abbiamo possibilità d’intervento diretto. Ringrazio l’ex assessore alle Politiche sociali, Sebastiano Sassu, per aver compreso l’importanza di questo progetto, per averlo avviato e seguito con grande attenzione, e il neoassessore Rosella Nuvoli per aver svolto in queste settimane un lavoro in perfetta continuità che ci consentirà di monitorare, e non di subire, il fenomeno dell’immigrazione”.
Con il progetto Sprar il Comune accederà al fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Dal punto di vista economico l’adesione al progetto non ha nessun onere finanziario per l’ente, il cui impegno sarà quello di mettere a disposizione il proprio personale di ruolo per facilitare le azioni di monitoraggio finalizzate alla buona riuscita del progetto. I beneficiari saranno 25. “Nulla sarà tolto ai cittadini di Porto Torres: i fondi, infatti, sono nazionali e vincolati al progetto di accoglienza. Nei confronti dei richiedenti protezione – afferma l’Assessore Nuvoli – saranno svolte attività di mediazione linguistica e culturale, di tutela psico-socio-sanitaria, educazione civica, di orientamento e formazione in collaborazione con imprese locali, per spendere successivamente anche al di fuori del nostro Paese o nel loro territorio d’origine le competenze acquisite. La gestione è stata assegnata all’associazione Gus che ha conseguito il punteggio più elevato per il progetto, presentato attraverso una manifestazione d’interesse pubblica. All’incontro di giovedì, purtroppo, erano presenti pochi cittadini. Una maggiore presenza avrebbe certamente consentito a tutti di confrontarsi, capire meglio gli aspetti del progetto – conclude l’Assessore alle Politiche sociali – e comprendere, quindi, che l’approvazione dello Sprar è un fatto positivo per la nostra città, perché ci darà in mano, finalmente, gli strumenti per controllare direttamente gli effetti dell’immigrazione”.