Il Sindaco di Porto Torres Massimo Mulas ha sottolineato la portata della sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso di Eni, confermando la piena legittimità della retrocessione delle aree industriali e sancendo in modo chiaro la correttezza dell’azione del Consorzio industriale Provinciale di Sassari. Un pronunciamento che dimostra come gli Enti del territorio, quando operano in modo compatto e coordinato, riescono a raggiungere risultati di straordinaria rilevanza.
«L’esito è il frutto di un grande lavoro di squadra – ha dichiarato il primo cittadino - portato avanti per il benessere dell’intero territorio dell’ex provincia turritana, ora Città metropolitana e delle comunità di Sassari, Porto Torres e Alghero. Un percorso condiviso che ha richiesto visione e determinazione per il quale voglio esprimere un profondo ringraziamento all’attuale presidente del CIPS Simona Fois, all’ex presidente Valerio Scanu, a tutti i componenti dell’attuale Consiglio di Amministrazione, i sindaci di Sassari Giuseppe Mascia e di Alghero Raimondo Caciotto, a Gavino Arru e Maria Amelia Lai e al direttore Salvatore Demontis, così come alle personalità che li hanno preceduti e con le quali abbiamo avviato questa complessa e decisiva vertenza per il futuro del territorio: dagli ex primi cittadini Mario Conoci e Nanni Campus, agli ex consiglieri Antonio Camerada, Pierluigi Pinna passando per l’ex commissario della provincia Pietrino Fois a cui era subentrato Alberto Zanetti.
L’esito giudiziario, grazie al lavoro dei legali Bettino Arru e Riccardo Fuzio per il Consorzio, Fabrizio Bionda per il Comune e Stefano Carboni per la città metropolitana – ha aggiunto Mulas - rappresenta anche un nuovo inizio nel modo in cui questo territorio, unito nella forma e nella sostanza, auspica di interagire con il gruppo Eni che consideriamo un interlocutore importante nella misura in cui riconosca e rispetti il pieno diritto delle comunità locali di pianificare il proprio futuro».
Una sentenza che per Mulas «vale un’intera consiliatura. Non tanto per la vittoria contro un gigante, quanto per il cambio di postura di un territorio e, soprattutto, di una classe dirigente che ha compreso fino in fondo una verità fondamentale: si può fare. Si può tenere schiena dritta, stare insieme in modo compatto e leale e per portare a casa risultati che sembravano impossibili. È giusto riconoscere che siamo stati grandi insieme perché nessuno ha voluto emergere individualmente ed esserlo più degli altri.
Vi inoltro anche le dichiarazioni del Consorzio industriale Provinciale
Dichiarazioni Consorzio Industriale Provinciale
«Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Eni, confermando la piena legittimità della retrocessione delle aree industriali e sancendo in modo chiaro la correttezza dell’azione del CIPS. È un risultato importante per l’intero territorio, frutto di una strategia condivisa e dell’unità istituzionale costruita negli anni».
Lo dichiarano la Presidente del CIPSS, Simona Fois e il Direttore Salvatore Demontis commentando la sentenza del Consiglio di Stato.
Il pronunciamento rappresenta un passaggio di grande rilievo per il futuro produttivo del territorio e ribadisce il ruolo centrale del CIPS nella programmazione e nel governo delle aree industriali. La sentenza afferma che l’interesse pubblico alla reindustrializzazione e allo sviluppo economico deve prevalere sull’inerzia e sulla mancata valorizzazione di siti strategici. «E' una una decisione che rafforza una visione chiara - proseguono la Fois e Demontis - le aree industriali devono tornare a generare sviluppo, lavoro e opportunità concrete».
In questo quadro, la possibilità di rimettere a valore oltre 600 ettari di aree industriali, quando sarà ultimata l’azione complessiva di retrocessione - per il momento la sentenza del Consiglio di Stato è relativa ai primi 273 ettari- collocate in una posizione strategica nel Mediterraneo, costituisce una leva decisiva per attrarre investimenti, favorire nuova occupazione e costruire un modello di sviluppo moderno, sostenibile e competitivo. Un patrimonio che oggi può essere finalmente orientato a una nuova stagione di crescita.
«Questa sentenza – dichiarano la Presidente del CIPS e il Direttore – conferma che la strada intrapresa era quella giusta. È una vittoria dell’interesse pubblico e dell’unità del territorio, che ha saputo fare sistema per restituire prospettive produttive, occupazionali e industriali a un’area strategica. Ora il nostro impegno sarà trasformare questo risultato giuridico in sviluppo concreto, lavoro e nuove opportunità per le comunità locali».
La decisione del Consiglio di Stato premia anche la capacità del territorio di presentarsi unito, superando divisioni e interessi particolari, e di sostenere una strategia condivisa di reindustrializzazione. Quando istituzioni, enti locali e comunità scelgono di lavorare insieme, i risultati arrivano: questo è il messaggio politico forte che emerge dalla sentenza.
Il risultato ottenuto è il frutto di un lavoro lungo e complesso, portato avanti dal CIPS in costante dialogo con i territori e con i livelli istituzionali competenti, con l’obiettivo di restituire centralità economica e produttiva a un’area di valore strategico.
Per questo è doveroso rivolgere un ringraziamento - continua la Presidente Fois - al precedente Consiglio di Amministrazione del CIPS, che ha avviato e sostenuto scelte difficili ma necessarie, e al precedente Presidente, per il ruolo svolto nel guidare il Consorzio in una fase delicata, ponendo le basi politiche e amministrative che hanno reso possibile questo esito. Un ringraziamento va anche al Direttore, per il lavoro svolto con competenza, rigore e continuità amministrativa.
La sentenza non rappresenta un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova fase. L’unità del territorio, che ha consentito di portare a casa un risultato importante, deve ora tradursi in progetti concreti, insediamenti produttivi, nuova occupazione e sviluppo sostenibile. È questa la sfida che attende il CIPS e le istituzioni locali: trasformare una vittoria giuridica e politica in un futuro produttivo solido e duraturo per il territorio
«Era un’azione obbligata anche se tutt’altro che scontata - sottolinea il Direttore Demontis - e che ho avuto il privilegio di avviare e concludere sotto l’aspetto amministrativo - gestionale. Eni Rewind era proprietaria di 1250 ettari sui 2350 ettari complessivi dell’agglomerato e i restanti 1.100 ha, esterni al perimetro Eni, erano già utilizzati. Su quali aree il Consorzio avrebbe potuto quindi rafforzare l'offerta localizzativa? Se negli anni ’80, quando su quei 1250 ettari lavoravano circa 3100 dipendenti diretti - e circa il doppio di indiretti -, aveva senso che le Società del gruppo Eni utilizzassero 1250 ha sui 2350 ha complessivi, oggi non lo ha più. Altrimenti gli spazi necessari per la riconversione e la riqualificazione dell'area di crisi industriale complessa di Porto Torres non ci sarebbero».
Stiamo, inoltre, rivedendo il Piano Regolatore Territoriale, continuano la Presidente Fois e il Direttore Demontis, e stiamo prevedendo dei corridoi ecologici, fisicamente delimitati, che possano consentire ai cittadini di accedere, in assoluta sicurezza, ad aree che fino a oggi sono state sottratte alla collettività.
«La sentenza definitiva del Consiglio di Stato, dichiara il Presidente uscente Valerio Scanu, conferma la correttezza e la lungimiranza di una scelta assunta qualche anno fa nell’interesse esclusivo del territorio. Viene così riconosciuta la legittimità di un’azione amministrativa rigorosa, responsabile e rispettosa delle regole. Una decisione coraggiosa e difficile, ma necessaria, per superare una situazione di immobilismo e tutelare l’uso pubblico di aree strategiche. Oggi quella scelta trova pieno riconoscimento: le aree tornano alla collettività e si apre finalmente una prospettiva concreta di sviluppo e nuove opportunità per il Nord Ovest della Sardegna. Si sancisce, perciò, definitivamente il principio che le aree industriali debbano essere governate esclusivamente dalle istituzioni locali e non dalle multinazionali che sono invece obbligate al rispetto delle regole e delle politiche industriali territoriali»
«Questa sentenza – dichiarano la Presidente del CIPS e il Direttore – conferma che la strada intrapresa era quella giusta. È una vittoria dell’interesse pubblico e dell’unità del territorio, che ha saputo fare sistema per restituire prospettive produttive, occupazionali e industriali a un’area strategica. Ora il nostro impegno sarà trasformare questo risultato giuridico in sviluppo concreto, lavoro e nuove opportunità per le comunità locali».
La decisione del Consiglio di Stato premia anche la capacità del territorio di presentarsi unito, superando divisioni e interessi particolari, e di sostenere una strategia condivisa di reindustrializzazione. Quando istituzioni, enti locali e comunità scelgono di lavorare insieme, i risultati arrivano: questo è il messaggio politico forte che emerge dalla sentenza.
Il risultato ottenuto è il frutto di un lavoro lungo e complesso, portato avanti dal CIPS in costante dialogo con i territori e con i livelli istituzionali competenti, con l’obiettivo di restituire centralità economica e produttiva a un’area di valore strategico.
Per questo è doveroso rivolgere un ringraziamento - continua la Presidente Fois - al precedente Consiglio di Amministrazione del CIPS, che ha avviato e sostenuto scelte difficili ma necessarie, e al precedente Presidente, per il ruolo svolto nel guidare il Consorzio in una fase delicata, ponendo le basi politiche e amministrative che hanno reso possibile questo esito. Un ringraziamento va anche al Direttore, per il lavoro svolto con competenza, rigore e continuità amministrativa.
La sentenza non rappresenta un punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova fase. L’unità del territorio, che ha consentito di portare a casa un risultato importante, deve ora tradursi in progetti concreti, insediamenti produttivi, nuova occupazione e sviluppo sostenibile. È questa la sfida che attende il CIPS e le istituzioni locali: trasformare una vittoria giuridica e politica in un futuro produttivo solido e duraturo per il territorio
«Era un’azione obbligata anche se tutt’altro che scontata - sottolinea il Direttore Demontis - e che ho avuto il privilegio di avviare e concludere sotto l’aspetto amministrativo - gestionale. Eni Rewind era proprietaria di 1250 ettari sui 2350 ettari complessivi dell’agglomerato e i restanti 1.100 ha, esterni al perimetro Eni, erano già utilizzati. Su quali aree il Consorzio avrebbe potuto quindi rafforzare l'offerta localizzativa? Se negli anni ’80, quando su quei 1250 ettari lavoravano circa 3100 dipendenti diretti - e circa il doppio di indiretti -, aveva senso che le Società del gruppo Eni utilizzassero 1250 ha sui 2350 ha complessivi, oggi non lo ha più. Altrimenti gli spazi necessari per la riconversione e la riqualificazione dell'area di crisi industriale complessa di Porto Torres non ci sarebbero».
Stiamo, inoltre, rivedendo il Piano Regolatore Territoriale, continuano la Presidente Fois e il Direttore Demontis, e stiamo prevedendo dei corridoi ecologici, fisicamente delimitati, che possano consentire ai cittadini di accedere, in assoluta sicurezza, ad aree che fino a oggi sono state sottratte alla collettività.
«La sentenza definitiva del Consiglio di Stato, dichiara il Presidente uscente Valerio Scanu, conferma la correttezza e la lungimiranza di una scelta assunta qualche anno fa nell’interesse esclusivo del territorio. Viene così riconosciuta la legittimità di un’azione amministrativa rigorosa, responsabile e rispettosa delle regole. Una decisione coraggiosa e difficile, ma necessaria, per superare una situazione di immobilismo e tutelare l’uso pubblico di aree strategiche. Oggi quella scelta trova pieno riconoscimento: le aree tornano alla collettività e si apre finalmente una prospettiva concreta di sviluppo e nuove opportunità per il Nord Ovest della Sardegna. Si sancisce, perciò, definitivamente il principio che le aree industriali debbano essere governate esclusivamente dalle istituzioni locali e non dalle multinazionali che sono invece obbligate al rispetto delle regole e delle politiche industriali territoriali»