«Ancora una volta un'esponente del governo - probabilmente poco informato sul fatto che all'Asinara, Parco Nazionale, si persegua da anni un modello di sviluppo improntato sull'ecosostenibilità, sulla conservazione della natura e del patrimonio storico e culturale, sul turismo e sulle attività ad esso legate - rilancia l'idea di ripristinare il carcere», afferma Scarpa.
L'ipotesi che circola in queste ore viene definita dal primo cittadino di Porto Torres «totalmente scellerata e non ha nulla a che vedere con il percorso avviato con fatica dall'amministrazione locale assieme alla Regione Sardegna, alla Conservatoria delle Coste, all'Ente Parco. Sarebbe opportuno, piuttosto, che il governo nazionale collabori e ci fornisca le risorse per perfezionare il sistema turistico dell'isola, un paradiso da mostrare ai visitatori, un patrimonio per il nostro Paese e non certamente una terra da chiudere a doppia mandata e da ingabbiare con il ritorno del carcere e dei mafiosi. Oltre a trattarsi di un'ipotesi non percorribile dal punto di vista pratico (le diramazioni non sono più luoghi segreti, ma periodicamente visitati dai turisti, e la maggior parte degli stabili sono in possesso della Regione Sardegna) è un'idea che offende la nostra comunità e che non tiene conto degli sforzi fatti da noi tutti per restituire l'Asinara ai portotorresi e alla Sardegna. Invito il sottosegretario Berretta - conclude Beniamino Scarpa - a visitare la nostra splendida isola, possibilmente in compagnia del Ministro dell'Ambiente: si renderà conto che il carcere non può e non deve più abitare da queste parti e che l'Asinara è un parco da tutelare e da valorizzare. Solo su quest'ultimo punto gradiremmo le attenzioni e l'impegno del governo nazionale».