La messa in sicurezza del fiume e un volto nuovo per l'area in continuità con una delle principali zone archeologiche della Sardegna, quella di Turris Libisonis, dove si erge anche il monumentale Ponte Romano. Sono gli aspetti principali del piano per la sistemazione idraulica del Rio Mannu, che sta per compiere un importante passo in avanti: si sta per chiudere, infatti, la fase della progettazione definitiva, propedeutica agli iter autorizzativi necessari per affidare i lavori.
Il progetto di sistemazione idraulica prevede il risanamento degli ambiti degradati, l'ampliamento della foce, la mitigazione del rischio di alluvione e la riqualificazione delle aree di pregio per la fruizione pubblica. «Si tratta di un'iniziativa nata oltre quindici anni fa che, come purtroppo abbiamo constatato, ha attraversato diverse fasi di stallo. Possiamo ancora disporre del finanziamento di circa 6,4 milioni di euro – sottolinea il Sindaco Sean Wheeler – e abbiamo chiesto alla nostra struttura tecnica di fissare il progetto come prioritario. In questi mesi c'è stato un lavoro condotto in stretta collaborazione con gli altri enti e stiamo per arrivare all'approvazione definitiva. Questo ci consentirà di avviare le procedure di valutazione d'impatto ambientale e, conseguentemente, di affidare finalmente i lavori». Dal dopoguerra in poi il corso del fiume ha subito molte trasformazioni, dovute a tanti fattori, soprattutto interventi di modifiche strutturali nella naturale area di piena che è stata tagliata dalla linea ferroviaria. Gli effetti negativi si sono registrati anche in seguito all'edificazione di due ponti in cemento armato, uno dei quali proprio sulla foce, alla costruzione di numerosi edifici e attività non conformi alle nuove regole di gestione idraulica del corso d'acqua, alla realizzazione di numerosi attraversamenti di linee elettriche e acquedotti.
«Oltre a liberare tutta l'area dai manufatti esistenti – aggiunge l'Assessore ai Lavori Pubblici, Marcello Zirulia – il livello del terreno sarà riportato alle quote originarie. Sarà creato uno spazio libero in continuità con la zona archeologica e verrà rimossa la soglia sotto il ponte Vespucci, che costituisce una barriera trasversale al deflusso delle acque. Inoltre, l'allargamento della foce consentirà l'ingresso delle acque salmastre nella stessa, fino a riequilibrare l'ecosistema, riportandolo alla condizione originaria e impedendo la crescita invasiva dei canneti. Oltretutto, la piena potrà defluire agevolmente, in totale sicurezza e senza sollecitare la struttura del Ponte Romano». Il progetto prevede anche interventi lungo la ferrovia, con la realizzazione di un contro argine di rinforzo e un sistema di opere di consolidamento delle sponde, per rallentarne l'erosione. «Tutto l'alveo compreso tra la foce del fiume e la zona di Ponte Pizzinnu sarà ripulito dalla vegetazione che limita il deflusso, senza intaccare le essenze arboree d'alto fusto, mostrando la massima attenzione al contesto ambientale. Prevediamo, inoltre, di realizzare anche una serie di opere – conclude l'Assessore – che potranno favorire le attività agricole annuali consentite lungo il fiume e la fruizione a fini naturalistici e culturali dell'intera area fluviale».