Cos'è
Nuova stagione con il Teatro per Famiglie, in scena la co-produzione de La camera chiara e Studiodanza: il mio letto e’ una nave. Uno spettacolo per famiglie delicato e poetico, un omaggio all’immaginario dell’io bambino. Le poesie di R.L. Stevenson sono al centro dello spettacolo giocato tra linguaggio poetico e coreografico.
“Il mio letto è come un veliero:/ Cummy alla sera mi aiuta a imbarcare, / mi veste con panni da nocchiero / e poi nel buio mi vede salpare.”
Le poesie di R.L. Stevenson sono al centro dello spettacolo giocato tra linguaggio poetico e coreografico. I personaggi nascono dal gioco teatrale e abitano un paese innominato che tutti conosciamo, viaggiano su un mare senza nome che ci è familiare, cercano un’isola sconosciuta che tutti vorremmo trovare. Sono personaggi reali e allo stesso tempo lievi eroi del sogno. In scena sei bambine/i e ragazze/i giocano con uno Stevenson adulto, ascoltano le sue poesie e le vedono materializzarsi come in un sogno. Il lampionaio, il marinaio e la zia con la gonna a ruota ci vengono a trovare e poi i cuscini, le mele, il cavallo a dondolo e quel letto, nel quale trascorrere la notte. E poi il buio ed il mondo immaginifico dei sogni dove il mio letto diventa una nave sulla quale navigare tutta la notte fino al sorgere del sole. La musica e le luci creano un’atmosfera onirica che accompagnano i più piccoli alla visione di uno spettacolo che vuole essere un omaggio all’immaginario dell’io bambino. “Per Stevenson la luce rappresentava un mondo felice e senza brividi, la vita che scorreva priva di interruzioni, la visione dei colori. delle piante dei fiori, dei vialetti, del giardiniere chino sulla sua vanga, delle sabbie ondulate al confine del mare, degli uccelli saltellanti di ramo in ramo. Il buio invece era un regno avventuroso, pieno di storie, di momenti memorabili, era sempre un'età di passaggio: nel buio il bambino passava dal giorno alla notte, nel buio l'ascolto si dilatava e la mente immaginava avventure favolose, il buio a poco a poco chiudeva gli occhi al bambino conducendolo nell'incanto del sogno.”
(dall’introduzione di Roberto Mussapi de “Il mio letto è una nave” di R. L. Stevenson”)
Note di regia
“Fin dalla prima lettura delle poesie con le quali Stevenson racconta le sue emozioni d’infanzia ho avuto il desiderio di portare le sue parole sul palcoscenico. Le atmosfere dell’autore de “L’isola del tesoro” fanno riecheggiare, credo in tutti noi, i momenti più intimi di quando eravamo bambini. Il nostro rapporto con il buio, con i sogni e con il letto che si faceva rifugio e luogo di gioco sempre nuovo. Per rendere fisica e visiva quell’emozione ho scelto una messa in scena che, oltre alle parole, lasciasse libero sfogo all’immaginazione dello spettatore. E quale linguaggio migliore se non quello coreografico poteva sposarsi con la delicatezza delle parole dette in poesia. Ecco l’incontro con la coreografa Fabiana Sechi che, insieme alle sue giovani allieve della Studiodanza di Porto Torres, ha perfettamente messo in danza quelle atmosfere dell’infanzia. Lo spettacolo è nato anche dalla sensibilità creativa di Elga Mangone, la quale ha collaborato alla ideazione del gioco scenico e alle sapienti mani di Salvatore Faedda che ha realizzato, con occhi da bambino, gli oggetti scenografici.”
Stefano Chessa
A chi è rivolto
tutti