Bandi europei: amministrazioni contro la "povertà urbana"

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Porto Torres, Sassari e Alghero insieme per le donne in difficoltà, con il progetto “Case della capacità” nei quartieri svantaggiati.

Data:

09 aprile 2016

Si scrive “Urban innovative actions” e si legge lotta alla povertà urbana attraverso progetti innovativi e mai sperimentati prima. Un'occasione per promuovere lo sviluppo sociale, culturale ed economico locale, il miglioramento della qualità della vita, la tutela e la valorizzazione del territorio. A offrire questa opportunità è il programma “Urban innovative actions 2014-2020”, finanziato dal fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) con un bando finalizzato a sostenere azioni innovative nel campo dello sviluppo urbano sostenibile, dirette a identificare e sperimentare nuove soluzioni di rilevanza comunitaria, con particolare attenzione ai quartieri urbani degradati e in generale al tema della povertà urbana.

Tre amministrazioni comunali, Sassari (capofila), Alghero e Porto Torres hanno creato una partnership con il coinvolgimento di altri partner quali, ad esempio, l’Università di Sassari, per la realizzazione di attività specifiche e la produzione dei relativi risultati. I tre Comuni hanno così condiviso la necessità di elaborare una strategia riguardo alla necessità di offire una opportunità delle donne che sperimentano una grave e radicata condizione di povertà ed emarginazione. Sono stati così identificati gli ambiti territoriali dove intervenire. A Sassari si è puntato sul quartiere di Latte Dolce–Santa Maria di Pisa, ad Alghero su quello della Petraia e a Porto Torres sul Villaggio Satellite. I comuni parteciperanno al bando con il progetto “W-Dop – We do our part”, in italiano ‘noi facciamo la nostra parte’, che affronta la tematica della povertà urbana, con un’attenzione particolare alle aree urbane degradate. Il target di riferimento è quello delle donne e il loro isolamento nel mercato del lavoro. 

Si punta alla realizzazione di una rete di «case delle capacità», cioè piccole strutture amovibili e sostenibili, da localizzare all’interno dei quartieri disagiati, dove le donne possono riversare una quota parte delle mansioni che attualmente svolgono tra le mura domestiche e, attraverso lo strumento del mutuo-aiuto, liberare una parte del loro tempo da dedicare allo svolgimento di un lavoro produttivo che sia al contempo occasione per la costruzione di nuove competenze e nuove conoscenze spendibili nel mercato del lavoro.

Il progetto di laboratorio urbano avrà la durata di tre anni e le amministrazioni hanno quantificato la loro proposta in quasi tre milioni e mezzo di euro, di cui l’80 per cento a carico del Fondo europeo di sviluppo regionale. La quota di cofinanziamento del 20 per cento del progetto, se questo dovesse trovare il via libera dall’Ue, sarà a carico delle amministrazioni comunali e sarà costituita da costi di staff, amministrazione e utilizzo delle risorse umane interne all’ente, quindi non inciderà sul bilancio.

Bandi europei: amministrazioni contro la
Bandi europei: amministrazioni contro la "povertà urbana"

Ultimo aggiornamento: 24/04/2024, 11:12