La messa solenne nella Basilica di San Gavino alla presenza delle autorità civili e militari, gli onori e il ricordo davanti alla tomba nel cimitero di via Balai e una cerimonia nel Palazzo del Marchese per ricordare il sacrificio di Salvatore Cabitta. A cinquant'anni dall'uccisione per mano dei terroristi altoatesini del militare turritano, membro del Corpo della Guardia di Finanza, le istituzioni si sono strette ancora una volta attorno alla famiglia.
Salvatore Cabitta venne ucciso il 24 luglio del 1966 a San Martino in Casies, vicino a Bolzano. I terroristi lo sorpresero alle spalle, facendo fuoco nei pressi di un bar, attorno alle 23.30. Rimase vittima dell'attentato anche il suo collega Giuseppe D'Ignoti, che morì alcuni giorni dopo, mentre se la cavò con qualche ferita il finanziere Guzzo. Salvatore Cabitta aveva venticinque anni. «Salvatore è un esempio per la patria. La medaglia d'oro al merito civile che gli è stata conferita ci ricorda quanto sia stato prezioso ciò che lui ha fatto e quanto sia stato prezioso il suo lavoro, che rimane nella memoria di tutti noi con il suo sacrificio», ha detto durante l'omelia don Gianmario Piga, cappellano militare della Guardia di Finanza, il quale ha concelebrato la funzione assieme a don Mario Tanca. Alla messa in suffragio, oltre ai familiari, hanno partecipato il sindaco Sean Wheeler, il neocomandante provinciale della Guardia di Finanza, Antonello Reni, il comandante della Tenenza di Porto Torres, Roberto Zanghì, i rappresentanti di tutte le forze dell'ordine e delle associazioni degli ex combattenti. Al termine le autorità civili, militari e religiose si sono recate al cimitero comunale, dove è stata deposta una corona d'alloro sulla tomba del finanziere. Il cerimoniale si è concluso al Palazzo del Marchese. «Porto Torres non ha dimenticato Salvatore Cabitta – ha affermato il sindaco Wheeler – e lo ricorda ogni anno in occasione della Festa del 4 novembre. Anche oggi, in questa ricorrenza, mi sento di esprimere tutto l'affetto della nostra comunità alla sua famiglia, che non lo ha mai dimenticato». Il colonnello Francesco Reni ha consegnato ai familiari una lettera del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi. “Il sacrificio di Salvatore Cabitta – scrive Toschi – costituisce per tutti quanti noi suoi commilitoni, per le nuove generazioni che guardano con speranza al futuro, il richiamo più alto al rispetto di quei valori di lealtà, altruismo e responsabilità che sono alla base delle più elementari regole del vivere civile”. Una targa ricordo è stata consegnata al presidente dell'Anfi di Campobasso, Francesco Petrillo, che fu collega di Cabitta. «In Alto Adige – ha detto l'ex militare – la mia generazione ha combattuto una vera e propria guerra, poco nota e poco illustrata nei libri di storia, contro un nemico senza uniforme, fronteggiando il terrorismo e difendendo l'integrità territoriale della Repubblica. Potevo esserci io al posto di Salvatore o degli altri colleghi. Sentirò sempre il dovere di ricordare chi come lui è caduto per difendere la libera e pacifica convivenza tra i popoli». Anche i rappresentanti della sezione Anfi di Brunico, presieduta dal Maresciallo Maggiore Aiutante, Diego Dolcetti, hanno voluto dedicare un commosso omaggio alla memoria dei finanzieri vittime dei terroristi altoatesini, recandosi nel luogo in cui cinquant'anni fa furono uccisi il militare turritano e il suo collega Giuseppe D'Ignoti.