Il Comune presenterà un esposto alla Procura della Repubblica per segnalare i disservizi idrici in città. Oltre all’esposto l’amministrazione comunale sta studiando l’ipotesi di un ricorso al Tar per tutelare gli interessi dei cittadini in merito alla fatturazione delle bollette, calcolate da Abbanoa sulla base di periodi eccessivamente lunghi e senza nemmeno la detrazione di quei costi di depurazione che non sarebbero dovuti nei giorni di accertata non potabilità dell’acqua. Inoltre, l’amministrazione comunale ha già promosso un ricorso al Tribunale di Cagliari per decreto ingiuntivo nei confronti di Abbanoa, reclamando il pagamento di 398mila euro dovuto per prestazioni e servizi forniti dal Comune al gestore della rete idrica nel periodo compreso tra settembre 2006 e dicembre 2007.
«Quanto sta accadendo nella rete idrica cittadina è gravissimo. Vorrei fosse ben chiara una cosa – afferma il sindaco Beniamino Scarpa – e cioè che l’unica responsabile di questi fatti è la società Abbanoa, perché il Comune, sin da quando il precedente Consiglio comunale ha formalizzato l’adesione all’ente gestore, non ha più competenze sulla gestione della rete idrica. Noi abbiamo ereditato questa situazione e stiamo usando tutti gli strumenti a nostra disposizione per tutelare i cittadini, ma è Abbanoa che non fa la sua parte imponendo, tra l’altro, alle famiglie un’altra “tassa” di cui nessuno sente il bisogno: l’acquisto di acqua in bottiglia nei supermercati». Il sindaco ripercorre le tappe dell’emergenza di questi giorni. «Subito dopo le numerose segnalazioni ricevute – spiega Beniamino Scarpa – abbiamo riunito la struttura tecnica e quella della Protezione Civile del Comune. Siamo rimasti in costante contatto con la Asl, che è l’organismo deputato alla verifica sanitaria sull’acqua e che detta, in pratica, i provvedimenti cautelativi che poi vengono assunti tramite ordinanza sindacale. Il Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione ci ha comunicato di procedere alla modifica della precedente ordinanza in vigore, vietando l’utilizzo di acqua per usi alimentari, compreso il lavaggio di frutta e verdura. A quel punto abbiamo consegnato copia dell’ordinanza, a mano, anche alle attività e agli esercizi pubblici, mentre abbiamo dato immediata comunicazione del contenuto dell’ordinanza ai cittadini nei vari quartieri, tramite un annuncio diffuso con altoparlante. Infine, nonostante fosse compito dell’Ato farlo, abbiamo deciso di provvedere alla distribuzione gratuita, da oggi e per tutti i giorni, di acqua potabile tramite autobotti che saranno presenti in città sino al termine dell’emergenza. Ora restiamo in attesa che la Asl ci comunichi l’esito degli esami per la verifica dei parametri microbiologici».
Questo il quadro della situazione d’emergenza affrontata dall'amministrazione comunale, che ha deciso di usare il pugno duro contro Abbanoa. «Anziani, famiglie e bambini non possono continuare a subire i gravi disservizi del gestore della rete. Avevamo chiesto bonariamente alla società di non quantificare i costi di depurazione nei giorni in cui viene accertato, da parte degli organismi sanitari preposti, il superamento dei parametri. Anche in questo caso non siamo stati ascoltati e per questo cercheremo di individuare la strada giusta attraverso iniziative giudiziarie. Sappiamo che gli stessi disservizi si verificano in tantissimi altri comuni della Sardegna e sappiamo anche che, purtroppo, nessun comune è riuscito ad uscire da Abbanoa». Beniamino Scarpa si appella al Presidente della Regione: «Ho scritto una lettera a lui e all’amministratore delegato del gestore della rete. Ho evidenziato come l’undicesimo centro della Sardegna non possa essere trattato in questo modo. Abbanoa ha abbandonato prima l’Asinara, rifiutandosi di gestirne il sistema idrico, e poi la città di Porto Torres, che non ha più nemmeno uno sportello informativo a cui possono rivolgersi i cittadini».